Il mondo si prepara all'atto finale di una vera e propria Rivoluzione: il Festival di Woodstock
Pubblicato il 25 maggio 2022 da Ludovica Proietti
Nel 1964 Bob Dylan, interpretando la sete di cambiamento che dilagava tra i giovani di tutto il mondo, cantava:
Come mothers and fathers
Throughout the land
And don't criticize
What you can't understand
Your sons and your daughters
Are beyond your command
Your old road is
Rapidly agin'.
Il benessere economico raggiunto dagli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra mondiale aveva reso i giovani più consapevoli del ruolo sociale che spettava loro e si erano presto convinti della necessità di trovare una propria identità e un universo di valori diverso da quello dei propri genitori. Erano rimasti profondamente delusi dalle icone del Rock and Roll, che si erano rivelate fragili ed ambigue, come Elvis Presley che, presentandosi come contestatore ed antagonista del sistema, finì per partire militare nel 1958 tra ossequi e sentimenti patriottici. Allo stesso tempo emersero nuovi modelli tra i pensatori e gli scrittori del movimento Beat, destinato ad introdurre un nuovo linguaggio di massa che divenne nel breve termine una vera e propria ideologia basata sull’indagine di sé e sulla comprensione del mondo.
Il movimento Hippy
Negli USA ed in particolare a San Francisco, nel distretto di Haight-Ashbury, i movimenti giovanili, molto prima che in Europa, si organizzarono per creare delle aree in cui fosse possibile sovvertire le regole, con la creazione di studi legali alternativi che si occupavano di difendere le battaglie del movimento fin nella aule di tribunale, abbattere stereotipi e discriminazioni, praticare sesso libero, mettere in discussione la proprietà privata e sperimentare forme alternative di economia, attraverso l’abolizione del denaro e il ritorno al libero scambio, tanto che si moltiplicarono velocemente i free stores, in cui la merce esposta poteva essere portata via senza alcun tipo di pagamento. A rendere diversi gli Hippy da qualsiasi altro movimento giovanile di quegli anni è stato il loro porsi al di fuori della società: non volevano cambiarla, né scardinarne le strutture fondanti, ma creare delle free zones in cui esiliarsi. La California fu solamente la culla di un movimento che si rese presto più ampio e partecipato, fino a diventare pienamente globale. Posero l’attenzione su temi che iniziarono a coinvolgere i giovani di tutto il mondo, come il pacifismo e la protesta contro l’incomprensibile guerra del Vietnam, le campagne ambientaliste e antinucleari, le pretese di libertà sociale e sessuale e le battaglie per i diritti civili e l’inclusione di tutti gli individui. Nell’abbracciarne i temi fecero proprie anche le pratiche e i costumi del movimento ponendo al centro della loro attività il culto della musica e l’utilizzo di droghe leggere, come marijuana e Lsd, con l’obiettivo di stimolare la creatività e nuove percezioni che avrebbero permesso una lettura più completa del mondo. In questo clima, in cui la realizzazione di una nuova società sembrava concreta, possibile, e soprattutto vicina, il concerto sembrava essere l’espressione massima di questo rito di passaggio dal vecchio al nuovo mondo, di un’empatia condivisa fino ad una vera e propria catarsi collettiva.
The Summer of Love
Nel 1967 la musica per eccellenza diventa il Rock che sembra riuscire a descrivere i desideri e i fermenti di un’intera generazione, tanto che lo storico americano Langdon Winner sostenne che il mondo occidentale non era mai stato così unito sin dai tempi del Congresso di Vienna nel lontanissimo 1815. Due momenti fondamentali, che gettarono le fondamenta per l’organizzazione del Festival di Woodstock due anni dopo, furono lo Human Be-In e il Festival di Monterey. Il primo venne allestito il 14 gennaio con l’obiettivo di creare consapevolezza, unità ed uguaglianza tra i popoli, attraverso la pratica dell’amore e della solidarietà, con le parole-slogan “Turn on, tune in, drop out” (Accendi, sintonizzati, lasciati andare). Il Festival rock di Monterey, invece, si svolse tra il 16 e il 18 giugno e rappresentò il prototipo dei futuri concerti di musica alternativa, compreso quello di Woodstock. Di fronte alle parole “music, love & flowers”, che fecero da sfondo al palco del festival, si esibirono per la prima volta figure femminili straordinarie, che contribuirono a cambiare le regole del rock e del blues: Janis Joplin e Grace Slick. La musica in quel periodo stava dando dimostrazione di tutta la sua forza, presentandosi come collante di una vera e propria rivoluzione e rendendosi vangelo apocrifo di una intera generazione.
Il 1969 e la Rivoluzione “mancata”
L’anno si aprì con il suicidio dell’anarchico Jan Palach che decise di dare la vita come atto di protesta estrema contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, che era stata
militarmente occupata per aver proposto una forma di socialismo migliore, “dal
volto umano”. Il mondo occidentale espresse preoccupazione e indignazione per
la scelta di Mosca, ma la stabilità internazionale era più importante e si
preferì restare a guardare. Il 30 gennaio i Beatles, dopo un’assenza lunga tre anni,
organizzarono l’ultimo concerto sul tetto di un edificio nel centro di Londra: fu
uno shock per i più giovani che avevano individuato nella canzone “All you need
is love” un vero e proprio inno. Il 21 ottobre morì lo scrittore Jack Kerouac, pioniere del movimento Beat, la cui attività fu tanto importante per i figli dei fiori che si ippotizzò il Festival di Woodstock fosse frutto del suo stile e del suo pensiero. I traumi non finirono
lì e nemmeno un mese dopo il mondo venne a scoprire della strage di My Lai, in
Vietnam, durante la quale i soldati americani uccisero oltre 347 civili inermi,
tra cui molte donne e bambini che non stavano prendendo attivamente parte al conflitto. Infine, il 12 dicembre, a Milano, lo scoppio di una bomba nella sede della
Banca Nazionale dell’Agricoltura inaugurò la strategia della tensione che
segnava l’inizio dei cosiddetti anni di piombo.
Per la prima volta si iniziò a fare largo l’idea che la rivoluzione per un
mondo pacifico e fraterno, fosse destinata a rimanere un’utopia irrealizzabile
e che il movimento dovesse prepararsi a quello che sarebbe stato il suo atto finale:
i “3 Days of Peace & Rock Music”.